Ciao a tutti, eccoci di nuovo qua con il terzo atto della nascita di Benedetta. Ci siamo lasciati sullo svenimento di papà Raffaele e tutti avrete ridacchiato al pensiero che fossi semi svenuto…….ma andiamo avanti con il racconto. Le lancette dell’orologio proseguono il loro cammino……. e siamo arrivati al 12 Marzo 2016.
Terza e Ultima puntata
12 Marzo 2016
Abbiamo superato la mezzanotte, siamo nel Box 1 della sala parto dell’ospedale Fatebenefratelli e tutto sembra tranquillo. Paola ha poche contrazioni, molto rare e poco forti, il momento tanto atteso è ancora lontano…….
Arriva il caro Prof. Valensise che sempre con la sua eleganza ci saluta e inizia a visitare Paola. Ormai siamo diventati esperti e capiamo perfettamente i tecnicismi che usano i vari dottori e ginecologi…il collo dell’utero è posteriore..non si assottiglia, la dilatazione è minima…etc..etc… Tradotto significa che ancora stiamo a carissimo amico! Il Prof ci ricorda giustamente che avendo rotto le acque e non potendo stimolare il parto, se non inizia il travaglio con contrazioni forti e ravvicinate nelle prossime 10/12 ore, si dovrà procedere con un parto cesareo.
Come dice Herbert: “Signora facciamo la cosa più elegante e più sicura, facciamo un taglietto, sta bene lei, sta bene la bimba e in 2 giorni torna a casa”.
Nel frattempo, nella stanzetta occupata da Paola, portano in barella un’altra ragazza, aveva le sembianze di una ragazza dell’EST, sui 30 anni, bionda. A differenza di Paola, questa ragazza stava soffrendo parecchio, aveva le contrazioni fortissime, vomito, ed era molto tesa e agitata in vista del parto.
L’Ostetrica mi chiede di uscire dalla stanza ma fuori dal Box non si può attendere quindi sono dovuto uscire dal blocco delle sale parto, in una sorta di limbo, ovvero un piccolo corridoio dove ci sono soltanto gli ascensori e un bagno che confinano con l’inizio di un altro reparto sempre di ginecologia. Io ero relegato a stare in questa zona e sarei potuto entrare soltanto nel caso in cui a Paola partivano le contrazioni da parto.
Attesa nel Limbo
L’infermiera mi da una sedia e mi dice di attendere il momento opportuno per entrare a supporto di Paola. La sala parto dalla zona limbo è divisa da una porta automatica che si può aprire con un pulsante, sia dall’esterno che dall’interno. Io per educazione e per rispetto della regola non aprivo la porta dall’esterno ma approfittavo di quando qualcuno usciva per cercare Paola con gli occhi e Dio ha voluto proprio che il box dove era appoggiata Paola con la barella fosse proprio in linea d’aria dietro la porta scorrevole, cosi riuscivamo a vederci ogni tanto.
Il ragazzo della Bionda che prende il fugone
Dopo una ventina di minuti arriva in questa zona il compagno/marito della ragazza che avevano trasferito nel Box con Paola. Il ragazzo aveva al massimo 30 anni ed era molto teso. Io ero seduto sulla sedia che attendevo il momento di entrare. Questo ragazzo talmente era teso che faceva avanti e indietro in 4 metri quadrati e faceva un rumore particolare di respirazione con il naso, tipo i pugili quando si allenano e tirano i pugni. Dopo 10 minuti mi stava facendo venire il mal di testa perché non parlava e continuava a fare avanti e indietro….
Per fortuna arriva un’infermiera, anzi due, a pensarci mi viene da ridere, perché queste 2 infermiere erano perfette, come una coppia di comici, avete presente i comici che recitano in coppia……. per esempio Stanlio e Olio? Totò e Peppino? Ecco loro erano cosi. Arrivano le due infermiere e dicono a questo ragazzo d’indossare il kit per la sala parto ma lui risponde che non l’aveva portato, quindi glielo procurano, e gli comunicano che deve entrare nel box perché la compagna non stava reagendo bene ai dolori e allo stress del parto e chiedeva di lui……qui ha cambiato colore in viso, da fuxia (o Fuxial come dice Carola) è diventato prima bianco e poi grigio cenere.
Arriva il Kit ma per quanto si era impanicato non riusciva a indossarlo. Allora qui ho provato a stabilire un contatto con lui, era passata più di mezz’ora e l’avevo solo visto girarsi intorno e fare quel rumore con il naso. Ho pensato, ora cerco di aiutarlo a mettersi il grembiule cosi attacco bottone e magari si tranquillizza.
Io Ciao hai bisogno di un aiuto con il grembiule?
Ragazzo (non so il nome) in Romano anche se veniva da Nettuno………. Eh veramente non so come se mette sto coso! Ma tu lo sai come se mette sto coso?
Io si tranquillo guarda, infila le braccia e ti aiuto io a legarlo dietro.
Ragazzo …….Ah si grazie, ma tanto entro solo un attimo
La compagna si contorceva dai dolori……..
Io è il tuo primo figlio?
Ragazzo si è il primo figlio
Io io ne ho già visti nascere 3, questa è la mia quarta, è una femminuccia
Ragazzo……ma io invece entro solo un attimo già gliel’ho detto io non assisto, ma che sei matto…….!
Si apre la porta scorrevole, ne approfitto e faccio un cenno con la mano a Paolina, esce un’infermiera e ci dice visto che le vostre compagne sono nello stesso box, chiediamo a loro se potete entrare e se sono d’accordo entrate tutti e due. In questi casi la situazione è delicata, bisogna sempre essere discreti per il fatto che siamo di fronte a delle donne che stanno per partorire e che sono in preda a dolori e stress vari e poi perché sono anche, in alcuni momenti, svestite. Va bene le ragazze sono d’accordo, si rientra nella sala parto, Box 1.
Rientriamo per qualche minuto in sala parto
Prendiamo 2 sedie e ci sediamo verso le rispettive mogli/compagne. Paola era contenta di rivedermi e ancora stava bene, aveva qualche contrazioncina ma ancora era tutto sotto controllo. Invece la compagna del ragazzo di Nettuno si contorceva e iniziava anche ad avere i conati di vomito…….quindi chiama l’infermiera che arriva in soccorso. Il ragazzo, in fase di stallo, si blocca, fa due passi indietro, intervengono le infermiere 3/4 tra cui Stanlio e Olio e ci chiedono di nuovo di uscire fuori.
Ci riaccomodiamo fuori nel limbo, la ragazza del tipo sembrava soffrire molto e essere molto spaventata ma il ragazzo era ancora più spaventato di lei. Vista la situazione di contingenza anche Paola viene spostata nel box adiacente, al Box 2, dove nascerà Benedetta.
Si apre di nuovo la porta scorrevole e un’ostetrica viene a tranquillizzare il ragazzo, gli dice di stare tranquillo che la compagna la stanno seguendo e che se c’è bisogno lo chiamano. Passa qualche minuto e la situazione di contingenza sembra superata. Paola è tranquilla, sdraiata sul lettino, e l’altra ragazza, anche se ancora molto contratta e agitata, sta meglio.
Dopo qualche minuto, arriva un’ostetrica “fulminata” quando utilizzo questo termine indico una persona che non è in relazione con quello che sta accadendo intorno a lei. Quindi si avvicina e ci dice ragazzi se volete potete andare a casa e tornare domani con calma tanto qui la cosa è lunga…………Io ho pensato “questa è fulminata”, invece il ragazzo di Nettuno nemmeno l’ha fatta finire di parlare, in un secondo si è tolto il camice verde, l’ha salutata, si è affacciato dalla compagna, che era l’immagine della sofferenza, e se n’è andato come se niente fosse…………. “Ciao a tutti ci vediamo……” Io ho pensato questo è più fulminato dell’Ostetrica”!!!!!
Considerazione: Quando un uomo decide di amare una donna per sempre, è in questi momenti che si vede.
Quindi lui se ne va e io rimango nel limbo sulla sedia da solo che guardo l’ascensore di fronte a me e aspetto che ogni tanto si apra la porta scorrevole per fare un saluto a Paoletta.
L’attesa e il tempo che scorre
Per ingannare l’attesa sentivo la musica dal telefonino con le cuffiette ma stando fermo e seduto alle 2.00 di notte mi veniva un sonno mortale, di quelli che ti fanno cadere la testa all’indietro. Poi mi poggiavo sulla mano e la testa mi cadeva a destra e poi a sinistra.
La vedo dura………….!!!!!!!
Passavano le infermiere (Stanlio e Olio) e facevo il vago, facevo finta di essere sveglio……..Paoletta nel box era ancora tranquilla con delle contrazioni che cominciavano ad aumentare e farsi più intense ma ancora non erano molto frequenti, non era ancora il momento del vero travaglio.
L’unica cosa positiva sembrava essere lo scorrere del tempo, sembrava andare avanti di 45 minuti ogni minuto quindi nella mia testa quando era passata un’ora mi ero ritrovato alle 4.15 della mattina.
Ad un certo punto decido d’infiltrarmi per stare un po vicino a Paola, aspetto che passa l’infermiera, mi accodo e entro, vado da Paoletta, mi siedo vicino a lei e le chiedo come si sente. Mi dice tutto bene ma le contrazioni stanno aumentando. Purtroppo però delle infermiere si accorgono che sono entrato furtivamente e, su ordine dell’Ostetrica “fulminata”, mi comunicano che devo uscire di nuovo.
Torno nel limbo e mi siedo di nuovo sulla sedia di fronte agli ascensori. Guardo l’orologio in alto che si trova alla destra della mia sedia che segna le 5.15 del mattino, il tempo è volato. Sto qualche minuto fuori e vedo passare Valensise (il mitico Herbert), lui mi saluta e passa davanti a me, la porta si apre e da fuori vedo Paola che si sbraccia e mi chiama “Meletto vieni, vieni…”. Paola è difficile che si lamenta e chiami, se chiama significa che ha qualcosa veramente. Scatta l’allarme nella testa di Meletto che parte in soccorso di Meletta.
Allora questa volta spingo io il bottone per aprire la porta, vado sparato, non guardo in faccia nessuno e arrivo da Paola.
Paola Meletto mi sono iniziate le contrazioni forti
Io qualcuno ti ha visitato, cosa ti hanno detto?
Paola non è venuto nessuno, stai qui che se aspetto queste te saluto
Herbert che ha visto che mi precipitavo nella stanza, dopo pochi minuti ci viene a trovare. Buonasera ragazzi (Herbert so le 5,30 de mattina ma quale buona sera), come procede?
Noi Tutto bene, ma sembra che stiano partendo le contrazioni
Herbert Allora signora, ora facciamo il monitoraggio e poi decidiamo come procedere…..
Il monitoraggio
A questo punto entra l’ennesima infermiera e attacca il monitoraggio, una macchina che rileva le contrazioni e allo stesso tempo il battito della bambina e in effetti si cominciano a vedere delle contrazioni forti, lunghe e anche molto frequenti. Si capisce che sta iniziando il travaglio perché Paola le accusa parecchio e il dolore si fa sempre più intenso. Il Prof. ci lascia con il monitoraggio attaccato e ci da tempo un’ora per vedere se parte il travaglio. Quello che era chiaro, era che il Prof. voleva fare il cesareo prima di andare via e ci aveva dato poche speranze, vista la situazione, di fare un parto naturale. Ma Paola, come quando siamo andati a fare la visita in studio, non era affatto convinta di fare un parto Cesareo.
Paola che soffre e Meletto (che non l’hanno più cacciato) le dice di farsi il cesareo…. (era Herbert che insisteva non io….)
Dopo un’ora di monitoraggio le contrazioni sono sempre più intense e più forti e quando rientra il Prof Valensise può solo constatare che il travaglio è iniziato. Sono le 7 di mattina, al cambio turno il Prof Valensise lascia il posto a un’altra dottoressa, molto più propensa di lui a procedere con un parto naturale. Forse il pericolo cesareo è scampato….
BYE BYE Herbert Grazie di tutto………..!!!!!!

L’ostetrica favolosa…
Con il cambio turno, cambia tutto il personale e arriva un’ostetrica in particolare, Alessandra F., che sarà una figura fondamentale per le fasi finali del parto, soprattutto perché ha sempre creduto che potessimo fare un parto naturale. Alessandra sembra da subito una ragazza preparata ma allo stesso tempo anche molto umile. Trasmetteva tranquillità e sicurezza perché sapeva bene quello che doveva fare. Una ragazza alta 1 metro e 60, mora con capelli a caschetto lungo, solida. Quando entra in stanza e vede il tracciato di un’ora pieno di contrazioni lunghe e frequenti, dice a Paola di farsi un’altra ora così che poi l’avrebbe visitata e se fosse stata dilatata le avrebbero fatto l’epidurale.
L’unica cosa che sbaglia è il nome di Paola la chiama “Laura”…………all’inizio provo a dirgli che si chiama Paola ma i momenti non erano ideali per sottolineare certe cose, cosi andiamo avanti e Paola per un po diventa Laura…..
Le Contrazioni
A sentire che si doveva fare un’altra ora con le contrazioni a palla, Paola a momenti sviene, ma all’idea del sollievo dell’epidurale, stringe i denti e va avanti. E’ un’ora lunghissima perché quando guardi l’orologio ogni minuto non ti passa più. Le contrazioni erano sempre più frequenti e forti, hanno un punteggio che va da 0 a 100 dove 0 ha un’intensità bassa e 100 è il valore più alto e la macchinetta ne registra l’intensità su un tracciato simile a un elettrocardiogramma, il nome tecnico è cardiotografia.
Per la prima fase del travaglio le contrazioni erano alternate, avevano un’intensità che si riusciva a controllare a parte le fasi acute, ne arrivava una a 20 poi una a 60 e una a 100 nell’arco di 4/5 minuti, ma in questa fase del travaglio le contrazioni avevano tutte un’ intensità pari a 100 ed erano tutte ravvicinate.
Paola quando arrivava la contrazione “assassina” mi diceva “Rà” arriva , arriva, che dice la macchinetta, nel senso che segna? che intensità ha? e poi partiva il grido di dolore AHHHHHH mamma miaaaaaaa……..e Paoletta con una mano mi stringeva e con l’altra si copriva gli occhi………… e io rispondevo un po svagando, tranquilla che adesso passa sta a 60 non ti preoccupare (in realtà stava magari a 100). Per ogni contrazione che arrivava sembrava stesse per arrivare uno Tsunami!!!!
Sempre lo stesso strumento, monitora anche la frequenza cardiaca della bambina, il battito viene riportato sul tracciato e ha un valore di 130 battiti al minuto che può variare ma non deve scendere velocemente sotto a una certa soglia, se non ricordo male sotto i 70 battiti al minuto, altrimenti è rischioso per il bambino, potrebbe avere una sofferenza cardiaca o, in alcuni casi, con la spinta del travaglio, se il bambino ha il cordone girato intorno al collo potrebbe rimanere soffocato, è per questo che in emergenza si effettuano dei parti cesari. Alla fine arrivano le tanto attese 8,30 e come promesso Alessandra rientra per visitare Paola. Finalmente arriva la buona notizia, la dilatazione è di 5/6 cm e si può procedere con l’epidurale!
L’epidurale da incubo (raccontato da Paola)
Quando tutto sembra più facile e quasi agli sgoccioli ecco che arriva l’intoppo…l’anestesia tanto attesa e tanto desiderata diventa un incubo. Arriva l’anestesista e fanno uscire Meletto e per fortuna perché se avesse sentito le urla di Meletta si sarebbe precipitato e avrebbe menato all’anestesista! Tra una contrazione e l’altra, in posizione a uovo, con un ago non indifferente dovevo stare immobile per farmi bucare la schiena. Un dolore allucinante, urlavo come una pazza tanto che l’anestesista si blocca e deve ricominciare tutto da capo. Senza Meletto da stritolare la situazione è ancora più complicata. Per fortuna c’è Alessandra che cerca di tranquillizzarmi e mi dice di guardare lei e di respirare forte. Alla fine tra punture, urla e scosse elettriche riusciamo a fare sta benedetta epidurale e finalmente un respiro di sollievo…
L’anestesista mi vede dietro la porta e mi dice “invece di stare dietro la porta a spiare. fatelo entrare cosi almeno anche la moglie si calma”.
Qui sento di nuovo Alessandra che chiama Paola “Laura” e le dico “si chiama Paola”, lei mi guarda e mi fa “ma è un’ora che la chiamiamo Laura e lei ci risponde”.. Io ho pensato me sa che siete tutte e tre fulminate…..
Relax per qualche minuto prima del travaglio finale
A questo punto rientra Meletto, ci danno un’oretta per riposarci/rilassarci, vista la nottata insonne. Presto una cuffietta a Paola e cerco di farla rilassare con la musica di Frisina..alle 10,30 ritorna Alessandra, rivisita Paola e questa volta la chiama con il nome giusto! Questa sarà l’ultima visita perché pronuncia le fatidiche parole “la dilazione è completa” ” Abemus Dilatazione” la nascita di Benedetta si avvicina.

Finalmente il Parto, Bendetta è nata, evviva Dio
A questo punto aspettiamo solo la contrazione giusta per spingere e tirare fuori la piccoletta. Ad Alessandra viene un’idea…e torna con una sedia di legno bucata mai vista prima. Tonda con un ferro di cavallo a mezza luna aperta nel centro.

Metodo antico boh? Funziona però, Meletta si siede sulla sedia e Meletto dietro con la sedia sua che la sostiene. Meletta è talmente emozionata di essere a un passo da far uscire la piccola che non riesce neanche a spingere. Meletto cerca di dare consigli su come spingere, respirare, ma ancora niente. Meletta non riesce a capire come spingere, dice di sentire come se dovesse andare in bagno e Alessandra le spiega che quella sensazione che sente non è lo stimolo del bagno, è la bambina che vuole uscire. Alessandra prende da un carrello un kit per il parto, una specie di sacco che contiene degli attrezzi…….non mi ricordo cosa c’era dentro, ero troppo preso.
Poi verso le 11 arrivano le spinte, quelle vere, forti, decisive, Alessandra dice vai Paola che la tiriamo fuori inizia a spingere, io l’abbraccio da dietro, sono seduto dietro a lei che cerco di darle forza e dentro di me Prego, si prego Dio mio aiutala e aiuta questa bambina a uscire, le appoggio le mani sulla pancia mentre spinge, Alessandra incita Paola e le dice brava Paola ci sei quasi la testa e qui ci siamo, ancora un pochino e ci siamo.
Sta uscendo la testa….ecco la testa….un’ora che spingo e è uscita solo la testa??? Alessandra risponde adesso sentirai bruciare quando senti bruciare dimmelo, Io sono sempre dietro a Paola e ho la voce rotta dal pianto e le dico Ti Amo amore mio, sei grande, forza che ce la fai, ci siamo…… arriva il bruciore, Paola ci siamo spingiiiiiiii. Alessandra prende una forbice e fa un taglio sul perineo a Paola (Episiotomia) e ancora una volta le dice Paola l’ultimo sforzo, Paola dice non ce la faccio più mi prende un infarto, svengo!! Io la tengo tra le braccia e gli dico forza ci siamo amore non fermarti, Alessandra le dice ma quale infarto e nel mentre prende la bambina e fa una manovra per aiutare Paola………Adesso quando sei pronta una BELLA SPINTA FORZA, SEI PRONTA, DAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII, eccolaaaaaaa è nata eccola qui la tua piccola Benedetta.
E nata Benedetta…….
Alessandra la prende, l’avvolge in un lenzuolino, la piccola ha tutto il viso sporco, viene appoggiata sul petto della mamma, la guardiamo, è bella, fa solo un piccolo pianto poi viene stimolata per piangere, ce l’abbiamo fatta. Paola è stata come sempre grande, la bambina sta bene pesa 3 chili 640!!!!! Siamo tutti commossi. Paola ce l’ha fatta, ha battuto tutti anche Herbert che voleva fare il cesareo…….Amore mio ti amerò per Sempre…….!
Arrivano le Puericultrici che prendono Benny per le visite di rito e io le seguo, mentre a Paola iniziano a mettere i punti e la ricompongono dopo il parto.

Benny viene messa sotto l’incubatrice per 2 ore perché nata prima del tempo, io torno da Paola, sta bene, iniziamo a fare qualche telefonata per avvertire che era andato tutto bene.
Passate le due ore, un’infermiera ci porta in una culletta Benedetta pulita sistemata e vestita.

Ecco qui questa è stata la nostra esperienza con la nascita di Benedetta.
E vissero per sempre felici e contenti (almeno ci proveremo…..!)

Ciao a tutti a presto da Raffaele, Paola e la famiglia Apples.
