Ciao a tutti amici, parenti, conoscenti e chicchessia. Oggi parlavo con Paola al ritorno dalla Conad dove abbiamo fatto un po di spesa, non so come è nato questo discorso, anzi adesso mi è venuto in mente…….tra le cose che abbiamo comprato, abbiamo preso della pizza….
Alla Conad Fiumicino la fanno buona, ne abbiamo preso un pezzo con le patate, un pezzo rossa e un pò bianca per mangiarla a pranzo con l’affettato.
E quindi è iniziato il pranzo, un pezzo con le patate….. che buona sta pizza, un pezzo bianca con il prosciutto crudo…….. ammazza sto prosciutto crudo con la bianca è più buono, e poi la rossa……. ammazza che bona sta rossa, io mi prendo un pezzo con la crosta bruciata…….. che me piace de più……. pensa che 30 anni fa, io mi ricordo che la gente diceva……. me la mangio io la crosta bruciata della pizza, se è un po bruciacchiata è più buona….. e oggi invece fanno i reportage e dicono che la crosta della pizza è cancerogena……
E’ proprio da questo primo ricordo di 30 anni fa che inizia questo articolo………..
Alla scuola Elementare la pizza rossa di Antonio detto er………….
Inizio dalle scuole elementari…come tutti i bambini avrei dovuto portare una merenda a scuola che in genere si consumava alle 10.30 se non ricordo male.
Questo era un po l’impegno dei genitori per i propri figli, mandare i bambini a scuola con la merenda, oltre che lavarli, vestirli, accompagnarli, ecc.ecc.
Il punto focale di tutto era “e mo sto ragazzino domani che se porta per merenda…….” almeno a casa mia.
A casa nostra, nel periodo che ho frequentato le scuole elementari, regnava un po di caos, papà lavorava di notte rientrava alle 4/5 di mattina e andava ad aprire un bar di nostra proprietà situato a Centocelle dove anche vivevamo e andavamo a scuola.
Mamma ci portava a scuola, andava al bar da Papà e si davano il cambio, poi Papà tornava al bar qualche ora e Mamma staccava per un pò, veniva a prenderci e faceva qualche giro e poi Papà andava a lavorare. In quel periodo ha lavorato in un paio di discoteche alla moda in quegli anni, La Cabala, il Gilda, tutti localini molto raccomandabili…………mio Padre è una persona seria, pensate che non ha mai bevuto alcool in vita sua e non solo per questo è serio….. continuiamo con il racconto..
Quindi Mamma faceva chiusura del bar la sera alle 21.00 circa, e poi……… e mo domani mattina questi che se portano a scuola per merenda?
Oppure la mattina stessa, perchè tra casa, il bar, i ragazzini, Papà che era sempre incazzato…… peggio di me, gli passava di mente a tutti…….. ma a un certo punto la mattina quando ci mettevamo il grembiule blu con colletto e fiocco bianco io e rosa mia sorella li nasceva la domanda principale:
E mo sti ragazzini che se portano a scuola per Merenda?
risposte tipiche: dentro casa non c’avemo niente; scendi al bar e gli prendi due cornetti per uno; passa all’alimentari e prendigli un pezzo di pizza per uno.
Allora tutti i giorni non se poteva fa sta storia e quindi a Papà je viene un’idea per risolvere sia il problema della merenda che tutte le rotture de scatole che je facevano sti due figli, ovvero le “figu”, le palline de vetro e altre richieste varie che facevamo da piccoli.
Papà ve da 5000 lire a settimana il sabato e ci fate tutta la settimana, vi comprate la merenda per la scuola e se vi avanza qualcosa a fine settimana o ve li mettete da parte ( senz’altro lo faremo…….. ma de che!!!) o vi potete comprare le figu o altro senza chiedere altri soldi a Mamma o a Papà.
Ci state? disse mio Padre e io ho pensato: Te credo………… cinque sacchi ma quando li ho mai visti tutti insieme!!!
Il mio piano era un altro: spendere tutte le cinquemilalire come volevo io……………..!!!!!!! Mia sorella non mi ricordo bene che ce faceva…….. i primi smalti o rossetti di nascosto forse.
Arrivano le 5000 lire il sabato prima di pranzo, di solito dopo pranzo si facevano i compiti (gli altri bambini normali, io guardavo fuori la finestra, sognavo ad occhi aperti e quando sentivo Mamma o Papà avvicinarsi, facevo finta di sfogliare le pagine.) e poi si scendeva giù……… sotto casa.
E i Cinque Sacchi volavano via…….. nell’ordine: figù, videogiochi (erano fighissimi Pac-man, Frogger, il Calcio), gelati, offrivo partite ai videogiochi agli amici……. e la sera del sabato erano finiti i cinque sacchi.
Adesso rimaneva un problema dal lunedi al sabato successivo: che me magnavo a scuola per merenda????
Risposta: Niente……. ovvero andavo a scrocco……. e addirittura m’inventavo dei giochi durante la merenda tipo spettacolini o cose simili (la maestra me lo faceva fare, era tranquilla e aveva molta fiducia in me) e in cambio chiedevo un pezzetto di merenda (panino, pizzetta, cornetto ecc.) e cosi mi arrangiavo.
Sono andato avanti cosi fino a quando non mi hanno beccato…………… a un certo punto la maestra ha detto ai miei…. Ma come mai Raffaele viene a scuola sempre senza merenda? E li so volate un sacco de botte………..
E’ a questo punto che arriva Antonio, business man della pizzetta rossa……….. raggiunge un accordo con le scuole elementari, io ero alla Fausto Cecconi e mette su il giro delle pizzette a merenda. Il proprietario della pizzeria che si trovava vicino a piazza S. Felice da Cantalice era il papà di Antonio ma era Antonio a fare il giro delle consegne e per noi il più familiare era lui. La mattina la bidella faceva il giro delle classi prendeva le ordinazioni, il numero delle pizzette e la tipologia, che poi erano 3, patate, rossa e bianca.
Alle 10.25, 5 minuti prima della ricreazione venivano consegnate ancora calde. Alle 10.30 si faceva ricreazione e la gran parte di noi mangiava le pizzette di Antonio che costavano poco meno di 500 lire l’una.
E cosi siamo andati avanti per almeno gli ultimi anni di scuola elementare…….. col passare degli anni la qualità della pizza di Antonio è diminuita e poi negli anni la pizzeria ha chiuso.
Vuoi sapere come chiamavano Antonio………… chiedimelo nei commenti sotto a fine articolo…….!!!
A dimenticavo, non compravo tutte le settimane la pizzetta perchè ogni tanto riprendevo a spendere i soldi ai videogiochi, con le figu………
Scuole Medie con la pizzetta? Yessssssssss
Scuole medie, la merenda si fa lo stesso, non ricordo l’orario forse 10.45, che se magnamo?
Cambio scuola, bisogna sondare il terreno delle zone limitrofe, Antonio l’abbiamo lasciato stare, il bar per i cornetti? No i cornetti alle 10.45, no! Allora che se portamo a scuola per merenda? Bho mo vedemo!!!!!
I primi giorni ci arrangiamo……. poi vedo di fronte alla scuola un fornaio che gia alle 8.00 aveva la fila. Io che sono arrivato a scuola puntuale solo i primi giorni, ho pensato, quasi quasi, vado a vedere.
Vado dal Fornaio, entro, prendo una pizzetta rossa, esco, assaggio un pezzettino, rientro e ne compro altre 2! Erano proprio Bone, valeva la pena, costavano 450 lire o solo 400, non ricordo bene, ma erano bone.
Allora quando non avevo speso i cinque sacchi, che poi erano diventati un po di più perchè avevamo chiesto l’aumento. Si io e mia sorella eravamo andati da Papà e a causa dell’inflazione e dell’aumento delle figu, ci siamo sentiti in dovere di chiedere un aumento e forse siamo arrivati dopo anni di lotte a 7500 lire…… te pare poco!!!!!!
Quindi la mattina per me era perfetto quel fornaio di fronte alla scuola perchè io arrivavo sempre in ritardo quei 5 – 10 minuti e la fila dal fornaio non c’era più. Tutti precisi e puntuali entravano a scuola, ma io no. Andavo dal fornaio 2 pizzette rosse e una con le patate e poi di corsa a scuola ed entravo per ultimo, però sempre prima che la professoressa chiudesse la porta della classe………… altrimenti rimanevi fuori………!!!!!!!
Ce l’ho sempre fatta? Quasi……………..
Scuola Superiore? Pizzetta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Chi mi conosce sa che non ho fatto le scuole superiori, ovvero sono andato solo un paio d’anni e poi mi sono ritirato…. Comunque, qui ho rischiato di perdere di vista la pizzetta rossa, si perché avevo dei compagni di classe che venivano da Arsoli, un paese fuori Roma, tutti i giorni Treno, Pullman, Autobus per andare a scuola. Partivano all’alba e tornavano a casa la sera dopo le 19.00.
Quindi Voi Romani non ve lamentate!!!!!!!!!!
Questi ragazzi, per il viaggio di andata e di ritorno riempivano le loro borse di viveri………. Panini, prodotti fatti in casa, portapranzi ecc. ecc.
Io quando li ho sgamati…………… sono diventato paesano…….. tutti i giorni merenda con loro, tra l’altro molto ospitali ed educati, a differenza di noi cafoni romani.
Ma alla pizzetta non potevo rinunciare, 500 lire al forno di fronte alla scuola Giovanni XXIII di Tor Sapienza.
Dopo due anni sono andato via da quella scuola e mi è dispiaciuto molto, non per la scuola……. ma per le merende con i miei amici di Arsoli………..
E sotto al Cortile le pizzette………..
Crescendo, ho iniziato a frequentare un gruppo di amici a Cinecittà, siamo sempre tra i 15 e i 18 anni, in realtà sono ragazzi che conosco da quando ero bambino, abitano dove abita mia nonna, la mamma di mia mamma, ma prima ci andavo saltuariamente, dopo mi trasferisco in comitiva con loro.
Qui le giornate non finiscono mai, il cortile è una cosa Fantastica, non la puoi nemmeno immaginare.
All’interno di questo cortile, circondato da scale (quindi palazzi), abbiamo fatto tutti i giochi possibili e immaginabili, ci sono ragazzi e ragazze di tutte le età, tutti fraternamente uniti. Uniti non solo dal cortile ma da una fratellanza che non trovi da nessuna parte. Ci conosciamo tutti, grandi, piccoli, famiglie e parenti.
Tra un gioco e l’altro, soprattutto quando giocavamo a pallone sia nel cortile che fuori alle serrande per giocare alla Tedesca, il momento di convivialità non mancava mai e, a fine partita, ci fermavamo sempre “ai paletti”, una corsa alla fontana a bere e a rinfrescarci e poi una tappa obbligatoria da “Alberto il Fornaio”.
Alberto era un mito, lo chiamavamo “Alberto sempre aperto”, era un minimarket che aveva di tutto. Il negozio era un buco ma lui tirava fuori sempre quello che gli chiedevi. Tra le altre cose, aveva anche le pizzette rosse che erano spettacolari…….. a me piacevano moltissimo ed era di rigore associare la pizzetta rossa a una BenCola piccola, 450 lire la bencola e 500 lire la pizzetta rossa. Era il giusto premio dopo una giornata di partite e di tedesche sotto casa…….!!!
Conclusione:
Quando le pizzette costavano 500 lire la vita aveva un altro sapore.
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Ciao a presto
Raffaele
